Perché è necessario combattere il brivido post-operatorio?

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Perché è necessario combattere il brivido post-operatorio?

Il ritorno alla temperatura corporea normale è favorito dalla riduzione della dispersione termica e dall’aumento concomitante della produzione di calore. Il recupero della temperatura corporea persa durante l’anestesia generale avviene gradualmente, a circa 0,5°C all’ora. Nei pazienti sottoposti a anestesia subaracnoidea o epidurale continua, tale recupero è ancora più lento. In particolare, nei pazienti con un blocco centrale in corso, si osserva una risposta ormonale ridotta con un modesto aumento del metabolismo ossidativo. [1] Questi pazienti manifestano brivido con una temperatura centrale più bassa e hanno minori masse muscolari disponibili per generare calore a causa dell’effetto del blocco stesso.[2]

Il brivido si manifesta in circa il 50% dei pazienti con una temperatura centrale di 35,5°C e nel 90% dei pazienti con una temperatura centrale di 34,5°C. È importante notare che solo una piccola percentuale dei pazienti normotermici sperimenta il brivido (non termoregolatorio o disinibitorio dalla coda anestesiologica). Negli individui ipotermici, lo studio del modello elettromiografico dimostra che il brivido è di natura termoregolatoria, si verifica come risposta allo stato di ipotermia e comporta un significativo aumento del consumo di ossigeno (fino al 50-100% rispetto al basale).

Limitarsi a trattare il brivido con terapia farmacologica rallenta ulteriormente il recupero di calore e priva il paziente di un importante meccanismo di difesa contro la diminuzione della temperatura corporea.[3] [4] Pertanto, è essenziale prevenire il brivido in primo luogo, evitando che si instauri l’ipotermia. Nel caso in cui si manifesti, il brivido dovrebbe essere affrontato principalmente attraverso il riscaldamento del paziente, seguito dalla somministrazione di farmaci in grado di inibirlo.[5]

In conclusione, la prevenzione del brivido postoperatorio è cruciale per evitare l’insorgenza dell’ipotermia, mentre un intervento tempestivo, basato sul riscaldamento del paziente e sull’uso appropriato di farmaci inibitori, risulta fondamentale nel gestire efficacemente questa reazione termoregolatoria.


[1] Carli F, Gabrielczyk M, Clark MM, Aber VR. An investigation of factors affecting postoperative

rewarming of adult patients. Anaesthesia 1986;41:363-9.

[2] Leslie K, Sessler D. reduction in the shivering threshold is proportional to spinal block

height. Anesthesiology 1996:84:1237-31.

[3] Sessler D, Ponte J. Shivering during epidural anaethesia. Anesthesiology 1990:72:816-21.

[4] Sessler D, Rubistein E, Moayeri A. Physiologic responses to mild perianesthetic hypothermia

in humans. Anesthesiology 1991;75:594-610.

[5] Kurz M, Belani KG, Sessler D, Kurz A, Larson MD, Scrhoeder M. et al. Meperidina naloxone

and shivering. Anestehsiology 1993;79:1193-201.